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Convegno con Acli Trentine

Si può essere sostenibili fin da piccoli: scegliendo i pannolini lavabili, mettendo in tavola solo tovaglioli di stoffa, spostandosi il più possibile in bicicletta e rivolgendosi alla “stoviglioteca” quando organizziamo una festa. Sono solo alcuni esempi di comportamenti che una famiglia può mettere in atto per educare con la vita quotidiana i propri figli a prendersi cura del pianeta. Scelte a volte piccole o che a volte costano fatica ma che possono davvero fare la differenza. Perché su questo siamo stati tutti d’accordo: è la famiglia il luogo privilegiato per concretizzare e moltiplicare nuovi stili di vita rispettosi dell’ambiente e delle generazioni future.

Ne abbiamo parlato il 26 febbraio scorso al Seminario ”AMBIENTE E FAMIGLIA: EDUCARE A STILI DI VITA SOSTENIBILI” promosso da Acli Trentine; un momento di approfondimento nell’ambito del percorso in preparazione all’Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Roma nel giugno prossimo, che sarà ispirato all’esortazione apostolica Amoris Letitia e alla lettera apostolica Patris Corde.

Tutti quanti noi dipendiamo dalle scelte di altri -ha suggerito Paola Pisoni presidente del Forum delle Associazioni Familiari- anche per soddisfare le nostre piccole necessità quotidiane; ce l’ha ricordato in maniera drammatica lo scoppio della guerra in Ucraina, avvenuto solo un paio di giorni prima di questo appuntamento. Educare a stili di vita sostenibili diventa quindi ogni giorno più urgente ed è un doveroso atto di responsabilità e di amore nei confronti di coloro che amiamo e in particolar modo delle generazioni future; più saremo consapevoli che ogni nostra scelta ricade anche su molti altri più avremo contribuito a lasciare un mondo davvero vivibile ai nostri figli.

L’ha messo in luce con forza con il suo intervento anche l’Arcivescovo don Lauro Tisi: se il denaro è al primo posto anche l’ambiente diventa mercato, zona di consumo, realtà da usare e non da integrare. La famiglia, prima di essere l’oggetto delle nostre attenzioni, è il soggetto in cui noi tutti viviamo e che può diventare una palestra delle relazioni in cui anche l’ambiente in cui vivi è percepito come “il fratello”.

Ripartire dalle relazioni per far sì che le comunità riescano a mettere a fuoco le proprie priorità e autogenerare delle risposte: l’ha sottolineato Luca Oliver, presidente delle Acli Trentine. Essere testimoni credibili che innescano reciprocità e fanno della sobrietà dei consumi una scelta e non un’imposizione dei tempi difficili, ha aggiunto Lidia Borzì della presidenza nazionale delle Acli. Considerare la famiglia come una risorsa (Debora Nicoletto, Agenzia per la Coesione Sociale) perché la famiglia sia ancora il nucleo fondante che riesce a dare risposte all’ambito sociale (Assessora Chiara Maule, Comune di Trento).

La sostenibilità parte da gesti concreti: quelli che si impegnano ad attuare e diffondere Danilo Marchesoni e Maddalena Parolin -marito e moglie- attraverso l’associazione Ortazzo, in cui il socio è la famiglia intera, non la persona. A partire dal Gruppo di Acquisto solidale, che punta a diffondere il consumo consapevole in famiglia di ciò che si mangia e degli acquisti che si fanno, rivolgendosi ad aziende che puntano alla sostenibilità, al “km zero”, non solo nell’ambito dell’agricoltura. Ma anche creando momenti di condivisione e socializzazione di “buone pratiche” di autoproduzione tra famiglie e promuovendo il riciclo e il riuso come stile di vita, in collaborazione con tante realtà del territorio che si sono attivate in questo senso. Dando forza anche alle relazioni.

Attuare nuovi stili di consumo non solo farà bene all’ambiente ma ci porterà anche ad essere più felici: ce l’ha spiegato Luca Guandalini, formatore esperto di Economia Civile e Sostenibilità. Perché gli stili di consumo sono strettamente legati con la propria percezione della felicità; è ormai dimostrato infatti che felicità e benessere economico non vanno di pari passo. La felicità dipende dalla parte materiale che ci permette di soddisfare i bisogni fondamentali ma poi una delle componenti fondamentali della felicità è costituita dalle relazioni, perché rispondono al soddisfacimento di altri bisogni fondamentali: il bisogno di amare, di sentirci amati e di sentirci degni di essere amati. L’economia degli ultimi decenni non ne ha tenuto conto: se ambiente e società finiscono al servizio dell’economia, il pianeta diventa una risorsa da consumare senza scrupoli per poter produrre sempre di più. E’ necessario quindi un ritorno all’idea originaria dell’economia, come realtà al servizio dell’uomo per permetterne la felicità.

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