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Comunicato stampa – Le Associazioni familiari dentro e oltre l’emergenza sanitaria

Le Associazioni familiari dentro e oltre l’emergenza sanitaria Covid-19.

Indagine del Forum delle Associazioni Familiari del Trentino.

Nel mese di aprile, nel pieno dell’emergenza dovuta alla diffusione del Covid-19, il Direttivo del Forum ha proposto alle associazioni aderenti un’indagine al fine di cogliere dalla voce dei diretti interessati l’impatto che l’emergenza sanitaria in corso ha avuto e avrà sulle attività e sulle prospettive delle Associazioni familiari locali.

Si sono raccolte le buone pratiche messe in campo a seguito dell’emergenza, perché possano essere conosciute e valorizzate. Si sono evidenziati punti di criticità ma anche riflessioni e orientamenti per il futuro, condividendo proposte e suggerimenti per affrontare la ripresa.

La compilazione è avvenuta tra il 7 e il 22 aprile e ha visto la partecipazione di 20 tra associazioni, movimenti, cooperative, … aderenti al Forum trentino.

Dalle associate riecheggiano molte delle preoccupazioni sollevate in questo periodo di lenta ripresa.

Criticità emerse

Dalle risposte delle associate è emerso in tutta evidenza che le famiglie si sentono sole di fronte ai compiti quotidiani, in particolare per l’assenza dei servizi educativi, ed esprimono preoccupazione per la situazione economica attuale e/o futura e per l’incertezza lavorativa.

Uno degli aspetti più critici è la conciliazione famiglia e lavoro: lo “smart working” ha implicato la commistione di spazi, tempi e funzioni professionali e familiari. Seguire i figli nella didattica a distanza comporta molto impegno e i problemi non mancano: da chi non ha strumenti adatti (pc ma anche reti internet e dimestichezza sufficiente) a chi ha qualche fragilità, come i ragazzi con disturbi dell’apprendimento, che si trovano a volte di fronte a richieste scolastiche non adatte a loro, i genitori che vivono fatiche personali o relazioni conflittuali, le famiglie straniere cui si aggiunge la criticità della lingua.

C’è poi la questione dei bambini nella fascia 0-6 anni, che inevitabilmente resta più sguarnita di opportunità educative ma spesso anche di tempo dedicato da parte dei genitori già oberati.

Le associate sollevano il rischio di un aumento pericoloso del divario socio-culturale: la mancanza della scuola si sente, come è rilevante anche l’assenza di relazioni parentali e di prossimità che riuscivano a supportare la quotidianità e a contenere situazioni potenzialmente a rischio.

Buone pratiche creative

Di fronte a ciò, associazioni, cooperative e altre realtà hanno adattato i servizi alle famiglie e costruito creativamente e con competenza occasioni di incontro e di sostegno alle famiglie, ai bambini e ai ragazzi. I mezzi tecnologici e i social paradossalmente sono diventati il tramite del supporto psicologico, educativo ai piccoli, agli studenti, ai disabili, così come il veicolo per mantenere quei legami associativi che permettono a tante famiglie di conservare il proprio senso di appartenenza e sentirsi supportate.

Prospettive per la ripresa

A partire dalle osservazioni e dalle proposte delle associate, il Forum delle Associazioni Familiari vuole proporre una prospettiva di ripartenza che valorizzi la famiglia e le realtà che la sostengono.

La famiglia è stata, insieme alla scuola, alla sanità e alla ricerca, il pilastro su cui il sistema ha retto in questa emergenza. È forse giunta l’ora che questo ruolo vitale per la società sia riconosciuto e venga considerato nell’agenda pubblica al pari del sistema economico e del mondo del lavoro.

Se non si agisce con un’ottica a tutto tondo, che permetta ai genitori di rientrare al lavoro, ma che non dimentichi i figli e i loro bisogni di socialità e di apprendimento, non è possibile pensare di uscire dalla crisi sociale che inevitabilmente si accompagna a questa emergenza sanitaria.

Sarebbe questa l’occasione propizia per ripensare al mondo del lavoro in termini più sostenibili: nelle nuove modalità lavorative che sono state attivate per necessità e talvolta con fatica si può scorgere la possibilità di una revisione dell’organizzazione del lavoro che sia più compatibile con la possibilità di essere famiglia, sia più equa verso le madri, sia più umana in termini di tempi e di ritmi.

Per attuare interventi sistemici e lungimiranti l’associazionismo chiede non iniziative calate dall’alto ma di essere chiamato in causa e di co-progettare con l’ente pubblico. Le organizzazioni del Terzo settore, in particolare, chiedono, oggi più che mai, di essere coinvolte nei processi attraverso cui si sceglie come supportare e accompagnare la società. Non sono solo erogatori di servizi ma soggetti sociali intermedi capaci di intercettare bisogni e risorse dei singoli e delle famiglie.

La cornice suggerita poggia su valori chiari: valorizzazione di ciascuna parte sociale, assunzione di responsabilità – a cominciare dalle famiglie fino ad arrivare alle istituzioni –, obiettivo di non lasciare indietro nessuno.

Le associazioni suggeriscono parole come fiducia, collaborazione, prossimità, consapevolezza della fragilità. Forse l’isolamento ci ha permesso di apprezzare un tempo nuovo per le relazioni familiari, e anche di sentire la nostalgia di legami che talvolta diamo per scontati, con un pensiero a chi non ne può godere.

In questo contesto si collocano alcune considerazioni sull’associazionismo: pur riconoscendo la difficoltà dell’associarsi oggi, con tempi per il volontariato scarsi e disponibilità per lo più “dei soliti”, questa crisi ha messo in luce la preziosa utilità dei legami associativi e della possibilità di supporto reciproco, con un occhio di riguardo per i più fragili. Una funzione importante delle associazioni di “collante della comunità”, con una doverosa prospettiva creativa e innovativa, che oggi trova una ragione in più. Lo scenario che ci aspetta, in questa Fase 2, chiede relazioni in piccolo gruppo e legami di vicinato e di territorio, e certamente può trarre beneficio dalla comunanza di valori e dall’esperienza di appartenenza. Forse è dunque l’occasione per ridare linfa alla prossimità e alla costruzione di reti sempre più forti per e tra famiglie, per migliorare insieme il nostro benessere e sostenerci a vicenda in questa situazione impensata.

Proposte concrete

Dall’indagine del Forum emergono suggerimenti e proposte molto concreti su come aiutare le famiglie in questa fase da chi ha una forte connessione con la loro realtà quotidiana. Fra queste sinteticamente:

  • Misure di solidarietà tempestive per sostenere le necessità primarie di singoli e famiglie.

  • Riapertura delle attività educative e socio-assistenziali non residenziali, con una particolare attenzione all’imminente stagione estiva. Iniziative pedagogiche (non solo baby sitting) a piccoli gruppi, mettendo a disposizione luoghi ampi come scuole o biblioteche o all’aperto, in condizioni di sicurezza per tutti.

  • Prolungamento del congedo parentale per chi lo desidera. Al contempo, sviluppo di strumenti anche nuovi per la conciliazione, prevedendo possibili modifiche all’orario lavorativo, voucher (o strumenti analoghi) per abbattere i costi di accesso ai servizi.

  • Potenziamento del sostegno sociale e psicologico alle persone più fragili. Questo per evitare l’aumento del divario socio-economico-culturale. Per tale obiettivo utilizzo maggiore anche dello strumento della mediazione interculturale per sostenere le famiglie immigrate.

  • Iniziative di supporto e formazione agli insegnanti rispetto alle nuove modalità di fare scuola, mantenendo centrale la relazione educativa.

  • Coprogettazione tra ente pubblico, Terzo settore e associazionismo, favorendo la semplificazione amministrativa e burocratica.

Il Forum prosegue il suo impegno per le famiglie partecipando al gruppo di lavoro che ha proposto l’indagine provinciale sul vissuto di bambini, ragazzi e famiglie in questa emergenza sanitaria e di cui attendiamo i dati per poterci fare portavoce delle istanze c delle proposte dei cittadini, compresi i più piccoli.

 

Documento inviato agli organi di stampa 8/05/20